Bandoneon - 2. Struttura



Definizione

Il bandoneón, chiamato "bandonion" dal suo inventore, il musicista tedesco Heinrich Band (1821-1860), nacque originariamente come strumento per la musica sacra, per accompagnare i canti durante le processioni, in contrasto con il suo parente più prossimo, la concertina (Konzertina),strumento votato invece alla musica popolare. 
Questa destinazione "alta" dello strumento, è confermata dal fatto che i primi spartiti tedeschi per bandoneon sono in edizioni litografiche lussuose, illustrate, e con soggetti come musica sacra, frammenti operistici e danze di salone come valzer, polche, quadriglie e gavotte. Verso il 1880 gli operai del bacino minerario della Ruhr e delle fabbriche nella zona nord occidentale della Germania crearono le prime istituzioni bandoneonistiche che in seguito si estesero a tutta la Germania. Nacquero così la "Federazione dei Circoli di Musica dei Lavoratori Tedeschi" e la "Federazione Tedesca della Concertina ed il Bandoneón". Quest'ultima sarà il propulsore, nel 1924, della normalizzazione degli svariati modelli di tastiera in un unico modello unificato (il 144 voci "Einheits"). Gli emigranti tedeschi portarono poi questo strumento con loro, all'inizio del XX secolo, in Argentina, e qui incontrò rapidamente il successo, e fu inserito nel contesto della musica locale. Come strumento musicale può essere classificato come appartenente alla famiglia degli strumenti ad ancia con mantice, più esattamente si definisce "aerofono meccanico ad ance libere, cromatico, a doppia intonazione": aerofono perché appartiene a quella famiglia di strumenti musicali il cui suono è prodotto dalla vibrazione di un flusso d'aria, meccanico nel senso che non è il fiato del suonatore che lo aziona, ma un mantice che incamera e comprime l'aria con cui vengono sollecitate le ance, lamelle sottili di metallo che, vibrando, producono il suono, a doppia intonazione (o bisonoro) in quanto ogni tasto dello strumento consente di ottenere un suono differente a seconda che lo si prema in chiusura o in apertura di mantice. 
I bandoneon a doppia intonazione (definiti erroneamente "diatonici", non insisteremo mai abbastanza su ciò), sono più ricchi di possibilità espressive rispetto ai modelli utilizzati soprattutto in Europa nella musica bavarese e francese, che producono la stessa nota chiudendo o aprendo il mantice (definiti erroneamente "cromatico").
Il bandoneón porta su entrambi i lati dei bottoni: il modello bisonoro con il layout di tastiera detto "Reinische tonlage" (il modello canonico per il tango, esportato massicciamente nella regione del Rio de la Plata) ne ha 38 su 6 file per il registro acuto e 33 su 5 file per il grave per un totale di 142 toni, quello bisonoro detto anche "Einheits" usato in Germania ne ha 37 al canto e 35 ai bassi su 5 file per un totale di 144 toni. Ogni tasto emette un suono in apertura e uno in chiusura, e per comporre un accordo è necessario premere più tasti contemporaneamente. Ciò significa che ogni tasto ha in effetti due schemi di esecuzione: uno per la note in apertura ed uno per la note in chiusura. Giacché i tasti di pertinenza di una mano sono differenti da quelli dell'altra mano, si devono dunque imparare quattro differenti posizioni dei tasti per riuscire a suonare lo strumento. Inoltre, nessuno di tali schemi presenta una sequenza scalare di note, alcuni dei tasti adiacenti sono disposti a formare triadi. Questo rende più facile eseguire una semplice melodia armonizzata, ma in cambio risulta abbastanza difficoltoso suonare dei passaggi scalari elaborati. 
Il bandoneon bisonoro di 142 voci ha un estensione di quasi 3 ottave ai bassi (mano sinistra) e di 3 ottave al canto (mano destra) con le due estensioni parzialmente sovrapposte, giungendo così a un'estensione totale di 5 ottave. L'ottava in comune alle due mani, inoltre (per un non simmetrico posizionamento dei pettini ai due lati e la presenza di un cassotto di risonanza a sinistra) permette un differente timbro della medesima nota, a seconda che venga eseguita a destra o a sinistra, offrendo ulteriori sfumature all'esecutore. E sul resto dell'estensione, anche la differente direzione di esecuzione del mantice offre leggere variazioni timbriche sulla medesima nota, crendo così uno strumento dalle enormi possibilità espressive, se se ne sfruttano tutte le particolarità timbriche e di dinamica. 
Il bandoneón unisonoro ha una struttura interna ed esterna sostanzialmente identica al bandoneón bisonoro ma la corrispondenza tra bottoni e suoni è diversa: premendo un bottone si ha la stessa nota sia aprendo il mantice che chiudendolo. La disposizione dei bottoni segue una logica cromatica, per cui la progressione avviene per gruppi di tre bottoni tipo Do-Do#-Re poi Re#-Mi-Fa, eccetera. In seguito sul bandoneon unisonoro vennero sviluppate anche altre disposizioni della tastiera come quella simmetrica per le due mani del modello Pegurì in Francia. Comunque è necessario ribadire che tutti i bandoneon, unisonori e bisonori, (a parte gli strumenti più antichi con pochi bottoni) sono strumenti cromatici, ossia possiedono tutte le 12 note (toni e alterazioni) della scala cromatica e su più ottave.

LA STRUTTURA




"3786 elementi compongono il bandoneon: 272 ance; 272 rivetti; 14 pettini, 71 braccetti; 71 bottoni; 71 molle; 32 muñequitos, 71 zapatillas, 2 tapas; 2 casse del mantice…………………………e ancora 1 mantice fatto di 60 angolari di alpacca, 60 angoli in pelle, 144 striscie di carta decorata ………………….e infine 8 lire in metallo agli angoli delle casse."








1.1 Casse e mantice

Le casse sono costruite in legno di "abete rosso di risonanza" o pino armonico (lo stesso usato per i violini) la cui caratteristica è di avete una struttura a tubuli (i canali resiniferi) che una volta stagionato - e quindi evaporata la linfa - si trasformano in tante piccole "canne d'organo" che favoriscono e amplificano la trasmissione della vibrazione sonora. Il legno (in questo caso proveniente dalle foreste germaniche) cresciuto in un clima freddo ha tubuli più fitti e sottili ed ha quindi una migliore resa sonora (per questo motivo gli abeti provenienti dai boschi del Friuli e cresciuti durante l'ultima piccola era glaciale nel '700 furono quelli che permisero l'altissimo sviluppo della liuteria cremonese -Amati, Stradivari…) 
All'interno delle casse sono contenute le ance e le meccaniche dei tasti montate su tavole armoniche di faggio o ontano, legni poco sensibili all'incurvamento e alle spaccature, rispetto alle essenze resinose. Solo strumenti più economici come le prime concertine ottocentesche presentano le tavole armoniche in abete. 
Il mantice a soffietto è posto tra le due casse. Quando è chiuso ha dimensioni ridotte, ma si estende per oltre il metro quando è completamente aperto. Il mantice è diviso in tre settori ognuno dei quali forma cinque pieghe, i settori sono separati tra loro da due cornici in legno allo scopo di irrobustire la struttura. (Il mantice in Argentina viene chiamato fueye o fuelle, termini utilizzati anche per definire colloquialmente l'intero strumento.) 
Il musicista inserisce le mani in due cinghie disposte nella parte esterna della cassa che stringono la regione del metacarpo lasciando libere le dita. Per azionare la tastiera si usano solo otto dita lasciando ai pollici il compito di mantenere la presa sullo strumento, rimanendo esterni alle cinghie. (anche se talora si vede qualche esecutore tenere tutta la mano, soprattutto la sinistra dentro la cinghia, questa è una posizione sbagliata e ergonomicamente svantaggiosa). 
Il pollice della mano destra ha inoltre il compito di azionare la valvola per lo sfogo dell'aria, il cui uso è stato portato a livello di "virtuosismo" dai musicisti rioplatensi, per ottenere effetti sonori altrimenti irriproducibili.
1.2 Mantice e valvola dell'aria



  1. Valvola dell'aria con cerniera in pelle (tapa de valvula con articulacion en cuero)
  2. Molla di chiusura (muelle de valvula)
  3. Binario (guia)
  4. Cordino (cordon)
  5. Carrucola in legno (roldana)
  6. Filo metallico (alambre de valvula)
  7. Rinforzo interno (forro de pliegue)
  8. Giuntura (junta de tapa)
  9. Cassa del mantice(caja)
  10. Cornice intermedia (marquito central)
  11. Rinforzo centrale (esquinero central)
  12. Decorazione in alpaca o lamierino cromato (chapa de adorno)
  13. Occhielli per cinghia (pitón, corchete)
  14. Profondità della piega del mantice
  15. Altezza della piega
  16. Protezione della piega (varilla de pliegue)
  17. Angolare (esquinero)
  18. Angolare in pelle di capretto (badana de esquinero)
  19. Piega del mantice (pliegue de fuelle)
  20. Placca decorativa della apertura della valvola (careta de valvula)
Il mantice, in cartone tipo Presspan, piegato, rinforzato sulle pieghe con una particolare tipo di tela detta "cuerina"e rivestito esternamente a fini decorativi con carta (solitamente marmorizzata), ha gli angolari di giunzione in nappa o in pelle di capretto (scelta per morbidezza e resistenza) ed è ornato da angolari di metallo ("esquineros") che hanno la duplice funzione di abbellire lo strumento e di proteggere e rendere resistenti gli angoli del soffietto. Esquineros piu larghi e decorati proteggono gli angoli delle due cornici di legno che separano le pieghe in tre scomparti di cinque pieghe ciascuno. Queste cornici di legno hanno lo scopo di rinforzarlo e ridurre lo sforzo in aumento sul semplice cartone mano a mano che aumenta la sua estensione.
Talvolta tutte le pieghe del mantice sono rinforzate esternamente con profili di alpacca, dette "varillas". Questo però aumenta il peso già consistente dello strumento e può introdurre un'altra fonte di rumore (oltre a quella tipica dei bottoni) durante l'esecuzione quando le varillas si urtano nelle veloci chiusure che richiede lo stile tipico del tango. Ho visto alcuni musicisti trarne l'occasione per brevi "effetti percussivi", ma gli svantaggi delle varillas metalliche sono molto superiori al loro beneficio di protezione del mantice e sono ormai in disuso.
Le casse, sia quelle del mantice ("caja") che quelle - dette invece "tapa" - che si richiudono e fissano con delle viti particolari dette "palomitas" (colombine) sopra le meccaniche, sono rivestite da un'impiallicciatura di ebano, jacarandà, o altri legni pregiati che può essere laccata o verniciata. Avremo così il tipo "negro" (ebano) e il tipo con le venature del legno a vista e colori che vanno dal biondo pallido al rosso mogano (colloquialmente definito "colorado") passando per tutte le sfumature del marrone. Alcuni esemplari (rari) furono impiallacciati in betulla, e, per il loro colore, soprannominati "lecheritos".
Esteriormente le due casse possono essere ornate da intarsi floreali in madreperla (nacar) e alpaca (L'Alpaca o Plata alemana è una lega di rame 50-70%, nichel 13-25% e zinco 13-25%) e negli angoli smussati ("ochavas") sono presenti gli stemmi (in madreperla o in metallo) della casa costruttrice dello strumento (nella maggior parte dei casi delle lire musicali con piccole differenze a seconda dei costruttori).
In base alla presenza e alla quantità delle decorazioni, il bandoneon si dice "nacarado", "medio-nacar" "3/4 nacar" (ma questa ritengo sia una variante, in epoca posteriore, del "medionacar") o "liso" (senza decorazioni).




"nacarado" 
(mod. "Especial" nei cataloghi della A. Arnold)
"medio nacar" 
(mod. "Jugendstil" nei cataloghi della A.Arnold)

Per un maggior disamina delle varianti "estetiche", traccerò una sorta di tassonomia del bandoneon in un successivo capitolo.
I bottoni, di legno verniciato nei modelli più antichi, poi di galalite (detta anche "avorio artificiale", materiale plastico di consistenza cornea ottenuto per condensazione della caseina con la formaldeide), sono disposti ai lati delle casse e azionano dei leveraggi che aprono e chiudono le valvole per il passaggio dell'aria sulle ance.
Sulla cassa ("tapa") della mano destra è sistemata inoltre la leva della valvola di sfiato dell'aria (in Sudamerica detta " palanca") che, una volta premuta, consente al musicista di eliminare l'aria raccolta nel mantice o di aprire il mantice silenziosamente. Tale valvola è presente in tutti gli aerofoni a mantice. L'apertura della valvola (rivolta verso il musicista negli strumenti recenti, verso il pubblico negli strumenti più antichi) è protetta da una placca intagliata e decorata di alpaca, spesso con il logo del fabbricante o con il nome del modello del bandoneon.
Il peso delle due casse armoniche con le meccaniche, si aggiunge a quello del mantice, rendendo lo strumento pesante e difficile da maneggiare in piedi senza appoggiarlo sulle gambe, anche a causa del soffietto particolarmente ampio e cedevole, nonostante la presenza di due occhielli che permetterebbero di appenderlo a una cinghia passante dietro la nuca dell'esecutore.
Un bandoneon chiuso presenta la forma di un parallelepipedo di 35 cm di larghezza, 23 cm di altezza, 25 cm di profondità e un peso intorno ai 5 chili. Però quando il mantice è completamente esteso raggiunge la lunghezza di oltre un metro, con l'80% del peso alle due estremità.




1.3 Vista esterna
1) Intaglio della cassa lato dx (tapa)
2) Cassa (tapa)
3) Angolo smussato con la lira (ochava con lira)
4) Cassa di risonanza sulla cassa sx (caja de resonancia)
5) Impugnatura (empuñadura, manija)
6) Cinghia (correa)
7) Fibbia delle cinghie (hebilla)
8) Vite di fissaggio delle casse (palomita)
9) Bottone (tecla)
10) Leva dell'aria (palanca de valvula)
11) Placca decorata coprivalvola (careta de valvula)
12)
13) Cassa (caja)
14) Angolare in alpaca (esquinero de fuelle)
15) Filetto decorativo in alpaca (filete de adorno)
16) Anello di sostegno del mantice (corchete)
17) Listello metallico profilato (moldura, varilla de cuarta caña)


1.4 Meccanica (di profilo)


1) tavola armonica
2) apertura nella tavola - permette l'ingresso del flusso d'aria sulle ance
3) supporto I dell'asse (base de cojinete)
4) guida dell'asse (guía de cojinete)
5) asse (cojinete)
6) forchetta di guida (eje de punta)
7) supporto II in legno (cojinete de madera)
8) feltro della valvola (junta de oclusion)
9) valvola (zapatilla)
10) dorso della valvola (lomo de zapatilla)
11) articolazione in cuoio (cuerito de articulacion)
12) braccio (Martillo)
13) prolungamento del braccio (prolongacion de martillo)
14) guida della molla (huella)
15) base del bottone (base de tecla)
16) molla a spirale di snodo (muñequito)
17) bottone (tecla)
18) supporto della molla di pressione I (soporte de muelle I)
19) supporto della molla di pressione II (soporte de muelle II)
20) molla di pressione (muelle de presión)
21) molla di trazione (muelle de tracción, resorte)
22) fermo ammortizzato (colchón de tope) di solito in feltro o in pelle


Meccanica della mano destra dall'alto



Schema di funzionamento



1.5 Ance, pettini e soniere


  

1) ancia (lengüeta)
2) peso in piombo - solo sulle ance delle note più gravi)
3) corpo dell'ancia
4) collo dell'ancia
5) testa dell'ancia
6) foro di fissaggio dell'ancia
7) pettine (peine)
8) canale di vibrazione (canal)
9) valvola in pelle (cuero, valvula de voz, sopapa)
10) rivetto ribattuto di fissaggio anci-pettine


1.5a Le piastre delle ance ("peines")



Le diverse ance vengono assemblate su piastre in zinco o alluminio o duralluminio dette "peines" (pettini) fissate e bloccate con ganci girevoli su soniere di legno, a differenza della fisarmonica in cui ogni ancia è fissata su un pettine individuale. (cosa che ne facilita l'eventuale sostituzione).
Il metallo del pettine quindi caratterizza il suono, vibrando anch'esso, sia pure in maniera infinitesimale assieme all'ancia, e probabilmente trasmettendo una vibrazione di risonanza alle altre ance anche se non in uso.

Il metallo del pettine determina la brillantezza delle voci, i primi bandoneon ottocenteschi unisonori montavano pettini di piombo, poi vennero i modelli con pettini di zinco puro fino al 1922, quando una delle fabbriche tedesche più famose (E.L.A.) iniziò a montare pettini in alluminio e in duralluminio (la cui produzione industriale era iniziata solo nel 1886 e nel 1909 e di fabbricazione più costosa richiedendo l'utilizzo ingente di energia elettrica), che alleggeriscono sì lo strumento, ma modificano il suono rendendolo meno incisivo.
Prima del 1922, solo i bandoneon detti "Luis XV" per la forma bombata delle casse, prodotti dalle due fabbriche della famiglia Arnold, montavano, forse perché erano il modello di punta, i costosi pettini di alluminio. Alfred Arnold non usò mai pettini di alluminio sui suoi successivi bandoneon "AA" e "Premier" destinati al mercato sudamericano (modello 142 toni), ma solo sugli AA da 144 toni destinati al mercato interno.
Quando l'ancia entra in vibrazione, ovviamente trasmette la vibrazione anche al pettine e quindi una differete densità del materiale del pettine, influisce sul suono finale. Nelle prime concertine-bandoneon si trovano a volte anche ance in ottone montate su pettini di zinco, dal suono più "caldo". Comunque solo l'acciaio armonico in combinazione con i pettini di zinco, può garantire al suono il volume e il particolare "sapore tagliente e al tempo stesso vellutato" richiesto dai musicisti rioplatensi per il tango.       



1.5b Le soniere






1) Cella o camera (secreta, celda)
2) divisorio delle camere (tabique)
3) Fondo della camera (puente, caballete)
4) Soniera (lomo de puente)
5) Piede della soniera (marco de puente)
6) Gancio di fissaggio del pettine (escarpia o ganchito de sujeción)
7) Guarnizione in pelle (junta de peine)


Le soniere sono dei telai in legno divisi in celle - ogni cella corrispondente a un bottone e di conseguenza a una voce in apertura e una in chiusura, ossia a 4 ance in totale -, poste nella parte inferiore delle tavole armoniche della meccanica (nella parte superiore sono montati i leveraggi dei bottoni) e quindi alloggiate all'interno delle casse del mantice. Ogni cella è a sua volta divisa da un divisorio sempre in legno per ridurre e uniformare la pressione dell'aria sulle due ance attive che sono montate su due pettini separati (solo quattro voci acute alla mano destra hanno le due ance montate sullo stesso pettine).
le soniere dei bassi
L'insieme prende il nome di "maquina" (macchina). 
Le soniere sono quindi i primi risonatori che amplificano il suono, determinandone in parte la qualità.

La meccanica interna del bandoneon è dunque (quasi) tutta rigorosamente di legno (fanno eccezione solo le molle di ritorno dei leveraggi in acciaio armonico, le articolazioni in cuoio delle valvole e le articolazioni dei bracci in ottone).


1.5c L'ancia

Il suono del bandoneon è prodotto dalla oscillazione dell'ancia sotto la pressione di un flusso d'aria.
Le ance contenute nelle due casse armoniche sono le voci del bandoneon ed è grazie ad esse e al materiale con cui sono costruite, che il tessuto sonoro del bandoneon presenta una rotondità e una caratteristica vellutata che lo distingue dalla fisarmonica dal suono più esile e acidulo.
L'ancia, fabbricata in acciaio armonico, è soggetta ai cambiamenti di temperatura e repentini cambi di questa possono influire temporaneamente sull'accordatura. (motivo per cui molti solisti tendono a lasciare lo strumento in palcoscenico prima dell'esecuzione, per "acclimatarlo")

L'accordatura dello strumento si ottiene limando le ance: l'intonazione si alza limando la lamella in punta e si abbassa limandola al centro. La limatura DEVE essere estremamente delicata (normalmente si usano lime diamantate per gioielleria) e non comporta , entro certi limiti, il deterioramento dell'ancia.

Martin de Gainza 1321
In Italia non esistono accordatori specializzati esclusivamente alla messa a punto dei bandoneon, in Argentina (ma io oserei dire nel mondo...) i più autorevoli erano fino al 2004 Romualdo e Fabiani, citati anche da Piazzolla nella sua biografia scritta da Natalio Gorin: "[…] Per fortuna rimangono ancora un paio de tanos, Romualdo e Fabiani, in Via Martin de Gainza 1321 a Buenos Aires, che ancora continuano a riparare e accordare bandoneones."

Riccardo Romualdi



Purtroppo Romualdi, il Maestro degli accordatori, ci ha lasciato qualche anno fa (e con lui se ne è andata una "sapienza artigianale" di decenni di lavoro) anche se la sua eredità è stata in parte raccolta da Damian Guttlein che ne è stato apprendista negli ultimi anni.
Un altro bravo accordatore (e bandoneonista) in Europa è Rocco Boness ad Amburgo, che dispone di un piccolo "tesoro" di ricambi originali della Arnold.
Ma ritornerò su questo tema nella parte dedicata agli accordatori e ella piccola manutenzione...




Nel bandoneon, il suono viene prodotto mettendo contemporaneamente in vibrazione due (in alcuni modelli anche 3 o 4) ance, accordate a distanza di ottava giusta. Questo tipo di disposizione delle ance viene chiamato intonazione in seconda. Quando tra le due ance l'intervallo di ottava non è preciso, si determina un "battimento" simile a quello che si verifica in un pianoforte non perfettamente accordato.
La vibrazione delle ance deve avvenire nello stesso istante, in quanto i suoni devono essere perfettamente sincronici. Se le ance non sono perfettamente allineate, o risentono in maniera diversa del flusso d'aria entrano in vibrazione una dopo l'altra, (si verifica ad esempio quando la "luce" tra l'ancia e il canale nel pettine non è uguale in entrambe, ed è particolarmente evidente e poco gradevole nei "pianissimo" in cui l'ancia principale, di maggior massa, inizia a vibrare con un lievissimo ritardo rispetto a quella più alta -"in seconda").
Le ance esterne (guardando i pettini montati sulle soniere) sono quelle che vibrano quando si suona in chiusura di mantice, quelle interne vibrano invece quando si suona in apertura.

Il particolare suono prodotto dal bandoneon, così difficile da riprodurre nonostante si possa oggi disporre di una tecnologia molto precisa e accurata, è anche il risultato della particolare qualità dell'acciaio, prodotto fino all'inizi della Seconda Guerra Mondiale, e della sua tempera.
Le ance migliori furono quelle costruite da un artigiano di nome Dik, e che determinarono in buona parte il successo dei bandoneon della famiglia Arnold (ELA e AA) a partire dalla fine degli anni '20. Il risultato finale, però, dipende sempre in larghissima parte dalla "maestria" con cui viene eseguita l'accordatura.
I bandoneon con tre ance per ogni voce, hanno la terza ancia accordata col "tremolo", ossia una sfasatura di circa 1/10 di semitono che crea un suono vibrato simile a quello della fisarmonica, e quelli a 4 ance presentano anche dei "registri", particolari soluzioni meccaniche simili a quelle delle fisarmoniche che permettono di escludere una o più serie di ance, variando quindi il timbro della nota. Sono però modelli di scarsissima diffusione, solitamente con la tastiera unificata tedesca (144 toni) e utilizzati solo in Germania.

Fettucce di pelle ("cueritos") fissate con colla sulle piastre ("peines") fungono da valvole sui canali dell'aria, impedendo l'afflusso d'aria alle ance preposte ai suoni in chiusura quando si apre il mantice e viceversa.
Attualmente vengono usati in sostituzione delle pelli anche altri materiali come la pellicola radiografica, per una sua maggior reattività ai flussi d'aria e maggior stabilità dimensionale nel tempo. (le pelli tendono a seccare e incurvare negli anni e solo parzialmente si possono "recuperare" questi difetti. Normalmente quando si effettua un'accordatura completa dello strumento si preferisce sostituirle.)
Personalmente ritengo che a questi vantaggi si unisca però una minor (seppur leggerissima) "ermeticità" nella fase in cui deve sigillare il canale non in uso. Infatti spesso gli accordatori usano la pelle per le ance più grandi e riservano alle più piccole la pellicola, bilanciando così pregi e difetti.
Solo le ance più piccole alla mano destra (le note più acute) non necessitano di queste valvole. La loro assenza, esaminando uno strumento, non è da ritenere un difetto.

1.6 L'accordatura

Dalle fabbriche i bandoneon uscivano originariamente accordati con il La=435Hz (La che sta cinque tasti bianchi a destra del Do centrale nel pianoforte).
Questa altezza del La si doveva a una legge dell governo francese del 1859 che stabiliva tutta una serie di unità di misura. Diventò quindi uno standard abbastanza popolare anche fuori dai confini francesi, e quando apparvero i primi bandoneon E.L.A nel 1864, furono conseguentemente accordati a questa altezza. Su molte piastre degli E.L.A. si trova incisa la sigla "NA" (Normal Abstimmen - accordatura normale) che specifica l'accordatura La=435Hz.
L'altro standard in Germania era dato dalla sigla "OS" (Orchester Stimmung) che specificava l'accordatura con il La da 438Hz a 440Hz.
Solo gli strumenti che non hanno mai avuto una successiva accordatura (rarissimi) conservano questa altezza.
Nel 1955 si adottò mondialmente (normativa ISO) l'altezza del La=440Hz, per una maggior semplicità di riproduzione negli esperimenti e ricerche di laboratorio sulle onde sonore, obbligando quindi a una riaccordatura degli strumenti destinati a suonare in formazione con altri strumenti ad accordatura "fissa" come il pianoforte.
Approfittando di questo cambio d'altezza del La e della conseguente nuova accordatura completa, nei bandoneon arrivati nella regione rioplatense furono spesso modificate due note del lato sinistro (bassi) dei bandoneon (sia di 142 che di 152 toni), per dare una maggior coerenza alla tastiera.
In origine, ai bassi, c'erano due note (Sol e La) nell'ottava sotto il Do più grave, di quasi nessuna utilità. Così molti approfittarono della "riaccordatura" per cambiarle a Fa e Mi dell'ottava più grave, e completando così la scala in apertura. Altri fecero anche cambiare -sempre nei bassi- il Si più acuto in chiusura con il La sempre nell'ottava più acuta, per dare coerenza alla tastiera, perdendo però il Si acuto che aprendo manca. Ecco il motivo per cui alcuni strumenti hanno due note cambiate e altri tre, rispetto all'originale layout di fabbrica.
Una fondamentale differenza tra i bandoneon tuttora in uso nella musica popolare e classica in Germania e quelli nella regione rioplatense sta, oltre che nel differente layout delle bottoniere, nell'accordatura. I bandoneonisti tedeschi preferiscono l'accordatura con il "tremolo", ossia le due ance che servono per una singola nota non sono accordate esattamente uguali (a un ottava esatta di distanza) ma con una differenza di circa 1/10 di semitono. Le due onde sonore prodotte, di differente periodo, generano quindi un'onda di interferenza, che da al suono un aspetto più brillante, acido e leggero (esattamente come nelle fisarmoniche). E per questo motivo molti bandoneon prodotti per il mercato tedesco presentano tre ance per nota (la terza viene accordata col tremolo). L'accordatura "argentina", invece, è all'ottava giusta, e il suono diventa più pastoso e oscuro.
Come curiosità: i bandoneon usati al posto delle fisarmoniche nella musica folklorica argentina del "chamamé" o "polca correntina" hanno quasi sempre le piastre in alluminio e spesso l'accordatura col tremolo. La cosa è facilmente spiegabile trattandosi di una variante dello "chotis", una sorta di polca lenta di origine europeo continentale, e la regione del nordest dell'Argentina (il Litoral), il sud del Brasile, la zona del Paranà, in cui troviamo questa musica, fu fortemente colonizzata da immigrati tedeschi della zona del Volga, che ovviamente privilegiarono un "suono" più vicino alle loro tradizioni.



4 commenti:

  1. tutto molto interessante.
    suono a livello amatoriale un f.lli crosio del 1956
    che non è certo paragonabile ad un arnold, ma comunque è uno strumento eccezzionale.
    trovo i tuoi consigli molto utili, mi è capitato spesso di dover effettuare riparazioni.
    suonare il bandonèon è una bellissima passione e il fatto che in italia non sia molto diffuso lo rende ancora più affascinante, con tutte le difficoltà che questo comporta.
    ti mando un saluto

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  2. Ciao!
    Molto molto interesante la sezione dedicata alla accordatura!
    grazie

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  3. Buongiorno Alessandro, ho iniziato a interessarmi al bandoneon anni fa anche grazie al suo blog.
    Le faccio i complimenti per l'ottimo livello delle sue conoscenze in merito.
    Vorrei fare una mia piccola considerazione, a riguardo del modello 144 Einheits. Le posso assicurare che è possibile fare tutto ciò che si fa con il 142. Al momento io sto studiando al conservatorio di Buenos Aires "Manuel de Falla" proprio con un Einheits. Esistono inoltre alcuni 144 con doppia voce e pettini in zinco, esattamente come nel 142. Inoltre, i produttori di voci erano gli stessi, così come la qualità dedicata allo strumento (Arnold, per esempio, fabbricava sia 142 che 144, come sicuramente ben saprà). I metodi per il 144, ovvero i libri per imparare a studiare, esistono e io potrei citarne almeno 3 distinti. Chiaramente c'è una differenza nella tastiera, ma è solo nella mano sinistra, e non tutta, solo i bassi delle ottave inferiori e alcune note acute sono disposte in un altro modo. La tastiera della mano destra è praticamente identica al 142. Riguardo all'insegnamento: qualsiasi insegnante di bandoneon può insegnare anche sul 144, perché l'anima della tecnica bandoneonistica non è nella tastiera, ma nell'uso del mantice. Ovviamente chi studia su delle partiture adattate per 142 dovrà avere la pazienza di adattarle per il 144, ma basta un po' di buona volontà e si può fare benissimo. Infine: i bandoneon 144 costano meno del 142 o del cromatico perché sono meno inflazionati, ma ripeto, la qualità dello strumento è la stessa. Sto tenendo un blog sulle mie esperienze, chi desidera approfondire o tenersi in contatto con me può visitare la mia pagina su http://bandoneon144.blogspot.com.ar/

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