Manutenzione
Il bandoneon è uno strumento robusto, con una vita utile
stimata in circa 200 anni, ma non per questo deve essere maltrattato o poco
accudito…. Perché se è vero che nel bandoneon tutto si può riparare, gli
interventi di manutenzione o ricostruzione fatti da personale specializzato
risultano estremamente lunghi e costosi. Quindi una costante minima
manutenzione aiuta a ridurre costosi interventi futuri.
Molti dei suggerimenti seguenti vi sembreranno ovvi…. Ma in
tema di prevenzione è sempre meglio abbondare.
La prima regola (ovvia) è che il bandoneon va pulito
regolarmente.
Non ci sono scuse per una scarsa attenzione nei suoi
riguardi!
Per pulire l’esterno del mantice
dalla polvere che fatalmente vi si deposita si rivela un ottimo ausilio l’uso
di un pennello (personalmente mi trovo bene con un pennello da barba).
La “spolveratura” andrebbe fatta
delicatamente ogni giorno, ma comunque con frequenza!
Eventuali ossidazioni delle parti
metalliche (come gli esquineros angolari) si rimuovono con uno straccio e un
prodotto per metalli (es: Sidol o Argentil) prestando la massima attenzione
che il prodotto non entri in contatto con la carta o il cartone del mantice che
verrebbe danneggiato dai solventi.
Nel caso poi ci siano sollevamenti e
scollamenti del rivestimento nero dei bordi è meglio intervenire con un po’ di
colla aiutandosi con uno stuzzicadenti per inserirla tra la protezione e il
cartone per evitare che la scollatura si estenda, obbligando alla sostituzione
di tutta la striscia.
L’esterno delle casse (se
verniciato -come era in origine e dovrebbe essere se restaurato con cura- con
gommalacca “a tampone”) va pulito prima col pennello e poi con uno straccio
asciutto; periodicamente si può usare un tampone inumidito leggermente con olio
di lino e successivo passaggio con panno asciutto per rimuoverne l’eccesso.
Sono assolutamente da evitare tutti i prodotti lucidanti contenenti solventi e
siliconi!
Periodicamente il bandoneon va
aperto e con una bomboletta di aria compressa (si trova dai ferramenta) si
elimina la polvere dalle pieghe interne del mantice e dalle meccaniche. Perché
il bandoneon aspirando aria per suonare si comporta ne più ne meno che come un
aspirapolvere. Se poi in casa avete anche degli animali come cani o gatti ecco
che alla polvere si sommano anche i peli dei vostri beniamini, e il “simpatico”
miscuglio trova un gradevole deposito proprio nei canali delle voci e nelle
pieghe del mantice…
Altri consigli:
Soprattutto in autunno, quando
nell’aria aumenta il tasso di umidità ricordarsi di allentare leggermente
(anche solo di ¼ di giro) le “palomitas” (i tornelli che fissano i coperchidelle tastiere alle
casse) in modo che il legno possa dilatarsi senza venire compresso, se si
prevede di non suonare per alcuni giorni. Il legno è un materiale fortemente
igroscopico che si dilata e restringe in base al tasso di umidità.
Trasporto:
Nell’astuccio il bandoneon -afferrato
saldamente con le due mani e non per le sole cinghie- va inserito delicatamente
prima una tastiera e poi l’altra così da non dare colpi sui bottoni, e va
inserito in modo che la sua posizione durante il trasporto risulti con la leva
dell’aria verso l’alto. Il bandoneon dovrebbe sempre essere conservato
parallelo al suolo, in modo che le valvole di cuoio non subiscano a lungo
andare contrazioni e curvature dovute alla gravità. Quando si suona e si fa una
pausa, si può appoggiarlo al suolo dalla parte dei bassi inclinato in modo che
i bottoni della mano sinistra restino sollevati dal pavimento. E sempre nel
sollevarlo mano destra dentro la cinghia e mano sinistra sotto lo strumento
(perché una cinghia può sempre rompersi o sfilarsi e un bandoneon che precipita
al suolo non è un bel vedere……)
Nel trasporto usate sempre una
custodia imbottita, evitando di metterla nel baule della macchina dove le
vibrazioni sono maggiori. Il posto adatto per il vostro bandoneon in viaggio è
lo stesso di quello di un passeggero! In caso di voli in aereo, vi consiglio di
inserito nello scomparto bagagli a mano in modo tale che il vostro vicino non
gli possa dare un bel colpo con la sua valigetta proprio sui bottoni. Spartiti
e altro vanno solo nell’apposita tasca dell’astuccio per evitare danni e graffi
alla vernice dello strumento.
Se usate un astuccio rigido (come
i vecchi astucci originali) quando lo trasportate abbiate l’accortezza di
tenere il coperchio verso il vostro corpo e non verso l’esterno in modo non
possa spalancarsi per un’apertura imprevista facendolo cadere al suolo.
Cercare di evitare situazioni di
temperatura e/o umidità estreme. Nel caso di passaggi da ambienti freddi a
molto caldi o da molto umidi a secchi (e viceversa), si deve dare il tempo allo
strumento di “acclimatarsi” magari aiutandolo facendo respirare il mantice per
qualche minuto, aprendo e chiudendo solo tramite la valvola dell’aria in modo
da portare tutto lo strumento (interno e esterno) alle stesse condizioni di
temperatura/umidità. E’ il motivo per cui molti musicisti arrivando in teatro
“abbandonano” il proprio strumento sul palcoscenico prima dello spettacolo per
evitargli i salti di temperatura possibili tra il palco e i camerini.
Si noti che più l’aria è fredda
più l’accordatura del bandoneon tenderà a salire per effetto della contrazione
dei metalli.
Ricordate anche che la salsedine
è il peggior nemico dell’acciaio delle ance. Il bandoneon non è uno strumento
adatto a vivacizzare serate in spiaggia o terrazze vista mare, pena un
bell’inizio di corrosione sulle ance…..
Piccoli interventi
Poiché gli artigiani capaci sono
sempre meno, sempre più lontani (in Europa si contano sulle dita di una mano) e
sempre più costosi…sarebbe bene che ognuno apprendesse a risolvere i piccoli
“incidenti” che possono avvenire in qualsiasi momento come il distacco della
zapatilla o del bottone dal braccio di leva o la rottura di una delle molle della
meccanica e sua sostituzione….
Consiglio di avere sempre con sé
una “cassetta del pronto soccorso” con un paio di cacciaviti adatti alle viti
dello strumento, delle piccole pinze a becco e normali, carta abrasiva, un
taglierino, ritagli di pelle, colla, qualche bottone e qualche molla di
ricambio.
Vediamo ora nei dettagli:
Per prima cosa dimentichiamo
colle epossidiche o cianacrilati (tipo Attack) utili per altri interventi. Qui
abbiamo a che fare con un oggetto artigianale, costruito con legno, cartone,
metallo e colla animale.
Sul legno è un crimine utilizzare
adesivi di contatto (es: Bostik), colle epossidiche (bicomponenti) colle
viniliche o cianoacrilati (es: Attack), gli adesivi di contatto contengono
solventi, hanno consistenza gommosa, richiedono pressione durante
l’essiccazione e non garantiscono un fissaggio stabile delle parti. Tuttavia, possono essere utilizzati per la pelle e
cuoio (es: riparazione di piccole perdite d’aria del mantice) con ottimi
risultati. Le colle viniliche o colle a freddo (es. Vinavil) non garantiscono
una tenuta definitiva e oltrettutto lasciano dei residui biancastri poco
gradevoli sul color miele del legno.
Nel caso del cianoacrilato la
unione è sì immediata ma rigida e fragile, e se si tratta di due pezzi posti
sopra l'un l'altro (come ad esempio i tasti del bandoneon) la percussione del
dito tende a disunire i pezzi in qualsiasi momento. Può servire per una
riparazione “al volo” ma poi il lavoro va rifatto da capo dovendo inoltre
ripulirne le tracce dalle parti per procedere a un incollaggio definitivo con la
colla a caldo (colla animale o colla da falegname).
Personalmente preferisco usare un prodotto moderno ma creato per il restauro come la colla “Tite Bond Liquid Hide Glue” (colla animale, liquida, a freddo e pronta all'uso) adottata da molti liutai. Per me è la colla ideale anche se non si presta ad interventi “d’emergenza” avendo bisogno di un tempo di seccaggio di alcune ore. In compenso ha una tenuta ottima (ad esempio per reincollare i bottoni o le zapatillas), color miele che armonizza con il colore del legno, ed è rimovibile con il vapore (nel corretto restauro si usano sempre e solo materiali reversibili!)
Una piccola scorta di ricambi si
può acquistare in Argentina da Ana Weckesser che produce ricambi per bandoneon
dagli anno ’40. Si deve solo avere pazienza perché la spedizione tracciabile può
impiegare una ventina di giorni (3 per arrivare in Italia e il resto per
arrivare a casa vostra……..). Consiglio di avere di scorta alcune molle di
spinta (quelle sotto i braccetti corti, sono le più soggette a rotture) e
qualche base snodata per i bottoni delle file superiori.
Il resto dei materiali sono colle
e pelle di facile reperibilità.
Ovviamente riparazioni di altro
tipo da quelle descritte qui andranno
fatte da personale capace…. È fin troppo facile rovinare definitivamente uno
strumento che magari ha già avuto una vita travagliata….
La prima regola è sempre operare con calma, in maniera leggera e per
gradi, la seconda… pensare prima di fare.
Zapatilla distacco
Dipende spesso da un’errato
spessore del fine corsa del bottone che porta la zapatilla a urtare contro il
suo fermo superiore (nel caso della fila più vicina ai bottoni), oltre che
dall’invecchiamento del cuoio che funge da articolazione tra il braccio e la
zapatilla. Per prima cosa va rimosso con cura il cuoio vecchio e le traccie
dell’incollatura precedente. Si provvede poi a incollare sulla zapatilla una
nuova articolazione di cuoio (pelle di cervo di 1-2 mm di spessore),
carteggiandone poi leggermente la superficie in modo che abbia una buona presa
il successivo incollaggio del braccio sul cuoio. Trattandosi di incollaggio tra
materiali diversi (legno-cuoio) si utilizza la colla animale (a caldo o a
freddo secondo comodità personale). (Nel caso dei bracci lunghi e mediani
conviene staccare il pezzo dalla macchina, allargando leggermente la forchetta
di guida in ottone con delle pinze a becco e estraendo il braccio dopo averne
sganciato la molla per poterlo ripulire). L’incollaggio del braccio al cuoio
andrà comunque sempre fatto “in posizione” in modo da centrare esattamente la
zapatilla. La molla del braccio è sufficiente a mantenere la pressione durante
il tempo di seccaggio della colla. Ovviamente si aprofitterà dell’occasione per
pulire con uno spazzolino da denti inumidito con alcool la superficie inferiore
di pelle della zapatilla dove si accumula la polvere, migliorandone la tenuta
ermetica.
Bottone distacco
Anche in questo caso va aperto il
bandoneon per procedere alla pulizia delle parti da riassemblare. Nel caso in
cui ci sia un riferimento evidente sul braccio della posizione del bottone, si
può provvedere alla rimozione del braccio (solo braccetti lunghi e medi) e
all’incollaggio del bottone tenendolo in posizione con un morsetto da modellismo
(Nel caso si utilizzi una colla a freddo come la tite bond). Altrimenti si
provvede a segnare la posizione esatta del bottone sul braccio con il coperchio
sopra la macchina (il bottone non deve toccare i bordi del foro! Pena il dover
rifare tutto da capo) e si procede poi all’incollaggio come sopra.
Se si usa la colla a caldo (colla
da falegname) che indurisce raffreddandosi si mette invece in posizione il
bottone su cui è stata posta una goccia di colla direttamente attraverso il
foro e lo si tiene fermo nel breve tempo che impiega la colla a raffreddarsi.
Questo inoltre è il metodo raccomandato per i bottoni snodati in cui l’uso del
morsetto potrebbe presentare delle difficoltà.
L’uso di altri tipi di colle è
fortemente sconsigliato, non garantendo lo stesso livello di durata della
riparazione. Una riparazione “al volo” si può fare con cianacrilato, ma andrà
poi rifatta appena possibile con i componenti corretti.
Bottone snodato rottura
Nel caso si verifichi la rottura
della molla di snodo tra le due parti del bottone, si può provare a sfilare i
resti della molla con delle pinze sottili, inserendo poi una molla nuova
(facilmente recuperabile da un accendino usa e getta nel caso non si abbia il
ricambio) con una punta di colla alle estremità per garantire che non si sfili
in seguito. Altrimenti va sostituito tutto il pezzo (le due parti in legno con
la molla di snodo) recuperando il bottone di galatite che andrà poi fissato al
nuovo “muñequito” già incollato al braccio con la stessa procedura vista
precedentemente. Ovviamente curando che l’altezza finale del bottone resti
coerente con quella dei bottoni vicini.
Bottone perdita della madreperla
Si sostituisce utilizzando i dischetti
di madreperla usati dai liutai per segnare i manici delle chitarre. Sono della
misura esatta. Basta ripulire lo scasso nel bottone dai resti di colla e
mettere in posizione la madreperla con una goccia di colla.
Bottone rotture della parte superiore in galatite
Purtroppo non si trovano quasi
più bottoni realizzati in galatite come gli originali, ma solo in materiali
plastici più o meno simili agli originali. (ormai si recuperano solo dai vecchi
bandoneon non più riparabili). In emergenza si può realizzarne uno in legno
(come nei bandoneon ottocenteschi) cercando nei negozi di modellismo un
listello tondo del giusto diametro.
Molla sostituzione
E’ buona norma avere qualche
molla di ricambio nella “cassetta del pronto soccorso”. Le molle di pressione
sono in acciaio da 1,5mm quelle di spinta in acciaio da 1mm. Le molle di
pressione rotte o che hanno perso elasticità si tolgono tirandole verso l’alto
con una pinza, la molla nuova si pianta nel foro così liberato, tenendola con
una pinza a becco passante dentro il ricciolo della molla e aiutandosi con
qualche leggero colpo con in piccolo martello da hobbista (il becco della pinza
impedirà la deformazione del ricciolo…)
Le molle di spinta (quelle sotto
i bottoni delle file esterne – i muñequitos-) vanno invece messe in posizione
con l’aiuto di pinze sottili. Per semplificare il procedimento (abbastanza
scomodo dati gli spazi di lavoro) ci si può aiutare schiacciando la molla con
del filo di stagno da saldatore, in modo da metterla in posizione senza
tribolare troppo. Detto filo di stagno poi verrà semplicemente tranciato e
rimosso per riaprire la molla fissata al braccetto. (Massima attenzione a non
far sporgere il ricciolo della molla
oltre la gola del fulcro del braccio, cosa che ne impedirebbe il movimento)
Il piede della molla poi andrà
centrato sul piccolo solco della tavola armonica in cui scorre. Eventuali
cigolii (solitamente provocati dall’eccessivo lisciamento del solco provocato
dallo sfregamento continuo della molla) si eliminano semplicemente “graffiando”
il solco con una punta.
Piccoli fori sugli angolari in pelle del mantice
Si tappano dall’interno con una
“toppa” di pelle di capretto (pelle per guanti) fissata con adesivo a contatto
tipo Bostik (consigliata la colla “Artiglio” dei calzolai)
Altre perdite d’aria
Identificata la zona in cui
avviene la perdita
- se dipende dalla guarnizione delle casse con i coperchi, sostituirla con una nuova in pelle di 1-2mm di spessore, curando che non rimangano fessure nelle giunzioni agli angoli
- se dipende dall’unione del mantice alle casse significa che il mantice si sta scollando e va reincollato.
- se dipende dalla valvola dell’aria vanno eventualmente sostituite la guarnizione del foro sulla cassa in cui passa il filo metallico che la apre e/o la guarnizione dì pelle della zapatilla. Verificare prima se basta aumentare la pressione delle due molle di rame o d’acciaio che la tengono chiusa o se va spostato il punto di pressione delle molle (per capirlo basta usare una cartina da sigaretta posta sotto la zapatilla. Dove si sfila senza problemi c’è una mancanza di pressione e quindi la perdita d’aria)
Per altri interventi di maggior
impegno si consiglia sempre di rivolgersi ad un esperto (cosa lunga e costosa
data la scarsità di artigiani qualificati e la loro “lontananza”. In Europa i
pochi che conosco sono Harry Geuns in Belgio, Carsten Heveling e Rocco Boness
in Germania. Il più affidabile resta comunque Damian Guttlein a Buenos Aires
(distanza permettendo…. Ma a volte un volo low cost costa meno di una
riparazione europea....). Si tenga sempre presente che i pochi artigiani hanno
liste di attesa bibliche (anche di 6 mesi)
Comunque la struttura delle casse
è equiparabile a un mobile d’antiquariato, quindi riparazioni alle parti esterne
in legno, riverniciatura etc. possono essere affidate a un buon restauratore di
mobili antichi specificando che la lucidatura va fatta con gommalacca “a tampone”
in modo da non plastificare lo strumento–e ucciderne così la sonorità.
Gli interventi sulla meccanica (a
parte i casi di piccola manutenzione esposti precedentemente) e quelli sulle
ance vanno invece fatti SOLO da personale esperto.
Buongiorno!
RispondiEliminaSaprebbe suggerirmi un buon riparatore/accordatore a Stradella a cui portare un bandoneón AA degli anni '40 funzionante per un'eventuale revisione e riaccordatura a 440/441?
Grazie e complimenti per il blog, preziosissimo!
Salve,
RispondiEliminasto iniziando a studiare il bandoneon, ne posseggo uno con 80 tasti 37 a sx e 43 a dx.
Dove potrei trovare come sono distribuite le note sulle tastiere?
La ringrazio e saluto,
Gianni