Bandoneon - 4. Tassonomia





TASSONOMIA DEI MODELLI PIU' DIFFUSI SUL MERCATO ODIERNO

Allo scopo di fornire una serie di elementi utili a riconoscere il modello di un bandoneon che possiamo incontrare sul mercato, presenterò qui una serie di elementi identificativi. Nessuno di essi è tale in assoluto, ma deve essere valutato complessivamente assieme agli altri. 
Una serie di fattori (l’assenza di registri di produzione con indicati seriali e modelli corrispondenti, l’abitudine delle fabbriche di immagazzinare componenti e ricambi sufficienti ad una produzione di lungo periodo, gli interventi di riparazione che può aver subito lo strumento – alcuni ormai quasi centenari, o vispi settantenni nel migliore dei casi…) possono aver modificato il suo aspetto originario. Non ultimo, l’esplosione dei prezzi nel mercato internazionale, ha “invitato” alcuni commercianti “poco scrupolosi” ad “aggiungere” timbri “di nobiltà” a strumenti di incerta origine… 
E comunque spesso sugli strumenti vennero fatti degli interventi, magari corretti per il semplice ripristino delle loro funzioni, ma a volte poco rispettosi delle norme richieste per un restauro storico accurato.
Un esempio può essere la sostituzione di parti (come la tapa della mano destra) usurate o incidentate con altre provenienti da bandoneon “cannibalizzati” perché ormai inutilizzabili se non come fonti di ricambi. (Questa è divenuta ormai una prassi comune per le ance, ma anche per altri componenti). Però una serie di elementi concomitanti possono aiutarci nel ricostruire la vita più o meno “sedentaria” o “avventurosa” di uno strumento, e quindi la correttezza di una sua valutazione economica.
Tra questi elementi identificativi possiamo annoverare il disegno degli intagli delle casse, la decorazione in madreperla e filetti di alpaca, eventuali timbri che possiamo incontrare all'interno dello strumento.
La placca coprivalvola, dotata di marchio o disegno caratteristico, non può considerarsi un elemento  identificativo per la sua intercambiabilità,(considerando anche che molti musicisti la eliminarono per ridurre il rumore dell’aria) tuttavia ne presenterò una serie di immagini. Una placca corretta rispetto allo strumento è comunque un fattore di completamento storico-estetico. 

Divido il materiale nelle tre abituali tipologie decorative (nacarado completo, medionacarado e liso, come nella foto del catalogo della Arnold qui a lato) e raggruppandolo nei tre “blocchi”produttivi: gli ELA, con i vari modelli “ELA”, “Germania”, “Tango”, “Cardenal”,“Echo”; gli Arnold (“AA”, “Premier” e modelli forniti ad altre ditte come “3B”, “Campo” e “America”) e infine gli strumenti con tastiera Einheits 144 o prodotti nel dopoguerra, di scarso interesse per chi voglia suonare il tango., ma che purtroppo “infestano” il mercato, causando spesso errati acquisti da parte di entusiasti allievi alle prime armi.

Premetto che tutti i dati che presenterò nascono da una ricerca “empirica” condotta sugli strumenti (pochi, purtroppo, in relazione alle produzioni complessive) che ho potuto esaminare dal vivo e sui dati e fotografie raccolti in vari anni riguardanti strumenti apparsi in vendita sul mercato.

Una prima difficoltà è la assenza di registri di produzione con date precise riferite ai numeri di serie e ai modelli.
La E.L.A. spesso poneva internamente un timbro con la data di completamento dello strumento e talora uno con la successiva data del controllo qualità, mentre Alfred Arnold non lo faceva quasi mai.
seriale inciso nel legno sotto la lira 
Esistono però, per la Alfred Arnold, alcuni dati –approssimativi- corroborati da una paziente “catalogazione” dei seriali che ho potuto raccogliere. A questo proposito ricordo che gli unici seriali a cui faccio riferimento sono quelli timbrati all’interno delle casse con prefisso B (Basseite ossia lato dei bassi-lato sinistro) e prefisso D (Diskantseite ossia lato degli alti-lato destro). Il seriale inciso nel legno sotto la lira dell’intaglio sul lato destro dei “DobleA” pare si incontri solo sugli strumenti esportati e la sua progressione non corrisponde
alla progressione del seriale interno, come è ovvio se riguarda solo strumenti esportati, che potevano anche essere immagazzinati per vario tempo prima della vendita.

Alcuni seriali e relativa data di produzione a titolo di esempio 

Strumenti Alfred Arnold
Seriale con timbro a inchiostro violetto, prefisso B e D. Eventualmente, anche se molto raramente, timbro
con la data di completamento dello strumento.

Nella produzione sono compresi (e mescolati) tutti i modelli – AA e Premier nei tipi Luis XV, reinische, einheits e concertine – e quelli costruiti su ordinazione – Campo, America, 3B…

1923 - n° 15900
1928-03-01- n°26673
1929-06-27 - n°31769 - marron 1/2 nacar “Jugendstil” primo tipo
1930-04-11 - n°32699 - nero liso “de estudio” (ancia singola)
1931-02-03 - n°32007
1936-07-10 - n°101770 - nero nacarado
1936-09-29 - n°104735 - nero liso
1937-02-03 - n°105700 - marron liso
1937-09-22 - n°107282 - nero 3/4 nacar “Jugendstil” secondo tipo
1939-07-20 - n°111703 - nero nacarado
1939-08-03 - n°112232 - nero nacarado
1942 aprile - n°113138
1944 aprile - n°113945
1950 - n°115581 – 128 toni einheits celluloide grigia

(Con un totale di 87281 strumenti fabbricati in solo 11 anni dal 1923 al 1934!)

Strumenti E.L.A.
Anche in questo caso modelli (ELA, Germania, CB Arnold unisonori, Cardenal, etc.) e decorazioni  mescolati.
Nel caso degli ELA il seriale è normalmente scritto a mano a matita sulle tavole armoniche e nell’interno delle casse, mentre è quasi sempre presente un timbro con la data di terminazione dello strumento.

1928 – da 27xxx a 29xxx circa
            1928-05-21 – n° 27497 mod. Cardenal 1/2 nacar marron
            1928-05-31 – n° 27792 mod. America nacarado nero
            1928-12-08 – n° 288xx mod. Luis XV nacarado marron
1929 – da 29xxx a 32xxx circa
            1929-07-15 – n° 306XX mod. Germania decor “Germania”
            1929-08-19 – n° 29269 mod. Luis XV nacarado nero
            1929-10-18 – n° 31223 mod. CB Arnold unisonoro (“cromatico”) nacarado marron
            1929-12-11 – n° 319XX mod. Echo liso nero
1930 – da 32xxx a 34xxx circa
            1930-01-15 – n° 32438 mod. Germania nero decor “Germania”
            1930-09-29 – n° 33253 mod. ELA liso nero





FINITURA ESTERNA E DECORAZIONE

Dettagli di decorazioni in alpaca e madreperla nei modelli “nacarado”





Dettagli di decorazioni in alpaca e madreperla in stile Art Deco







Decorazione esterna - a confronto i rispettivi modelli ELA e Arnold
E.L.A. AA
Liso marron
Liso nero
Medionacar marron “Jugenstil” primo tipo
Medionacar nero “Jugenstil” primo tipo
Dettaglio filetti e intarsio



Medionacar  “Jugenstil” secondo tipo
(definito incorrettamente “3/4 nacar” per distinguerlo dal precedente)
Probabile evoluzione del “medionacar - “Jugenstil” primo tipo
Dettaglio filetti e intarsio
Questo secondo tipo si incontra solo nella produzione del decennio ’30-’40 
e contemporaneamente pare cessare la produzione del primo tipo. 
Nei cataloghi Arnold sono entrambi commercializzati con la definizione modello “Jugendstil”.

I tipici intarsi “art Deco’ degli E.L.A. mod. “Germania” medionacar
Particolare del medaglione sulla cassa del mantice
Particolare del medaglione sulla tapa


Nacarado completo
E.L.A. pre 1917 (caratteristiche le lire)
Premier
E.L.A. prodotto il 16-06-1931
AA circa 1933
E.L.A. “Germania” (notare i caratteristici filetti ondulati)




Finiture particolari

Un raro esemplare di AA del 1928-29 (seriale 28215)
impiallacciato in radica con un intarsio “Art Deco”che ricorda i modelli “Germania”
…e lo stesso decoro, però prodotto verso il 1930 dalla E.L.A., in un modello “Cardenal”




L’INTAGLIO DELLE CASSE
Un primo elemento per riconoscere la “famiglia” a cui appartiene un bandoneon, e al tempo stesso l’elemento più riconoscibile, è l’intaglio delle “tapas” (i coperchi delle casse), e in particolare quello del lato destro. Ogni fabbricante sviluppò uno o più “disegni” caratteristici della propria produzione, che ci aiutano anche a riconoscere l’originale “paternità” al di la delle varie denominazioni a fini commerciali o nel caso di produzioni d”in conto terzi” (come abbiamo già avuto modo di vedere nelle note sull’esportazione del capitolo precedente).


E.LA. e modelli derivati
Come si può apprezzare dalle fotografie, l’intaglio tipico della E.L.A. con il caratteristico rosone della lira alla mano destra, rimane praticamente costante in tutti i modelli, fin dall’inizio del ‘900, (anche in quelli fabbricati per conto terzi come il modello “Germania”), limitandosi il più delle volte a sostituire la placca coprivalvola. Un altro elemento caratteristico degli ELA, nel modello medionacar sono le volute ondulate dei filetti di alpaca, rispetto al rigore geometrico degli Arnold. L’unica differenza che possiamo incontrare è la presenza o meno della fila di fori circolari sul bordo esterno dell’intaglio della cassa destra.
E.L.A. circa 1915

“Germania” (E.L.A.)
“America” (E.L.A.)
Anche la E.L.A. fornì, come la AA, bandoneon a “Casa America” in cui venne sostituita la placca
“ELA” con quella “America”. Spesso tra questi si incontrano modelli con una sola ancia anziché
due per ogni nota. Sono i cosiddetti modelli da studio, più economici, fatti per permettere
un’approccio meno dispendioso agli studenti. Ovviamente il suono è più debole….
“Echo” (E.L.A.)
“Cardenal”(E.L.A.)

A differenza dei modelli”ELA”, “Germania”, “Tango” e “Echo”, nei modelli “Cardenal” si incontra una modifica dell’intaglio piccolo vicino ai bottoni in entrambe le “tapas”con il nome del modello inserito sul tracciato dell’intaglio abituale.

Placche coprivalvola della produzione E.L.A.
Come si può vedere, incontriamo due tipologie di placca. Quella a volute elaborate (si noti come la placca“Germania” riprenda sostanzialmente tutte le caratteristiche grafiche della placca “ELA”), e quella più semplice in cui di si limita a modificare il nome del modello. Ad un analisi puramente estetica, il secondo tipo parrebbe più consono al gusto geometrico degli anni ’30, mentre il primo risente ancora dei canoni grafici del tardo ottocento/primo novecento.

I tipici filetti ondulati delle cornici della decorazione negli ELA “Germania”, a confronto con i
filetti geometrici di un ELA entrambi “modello nacar completo”.


ALFRED ARNOLD
Nella sua produzione incontriamo sempre e solo questi due tipi di intaglio, il primo fino alla seconda metà degli anni ’20, il secondo a seguire fino alla fine della produzione anteguerra. (per poi cambiare nelle ultime produzioni successive) Nel periodo 1927-1930 si incontrano entrambi (Arnold ovviamente immagazzinava ricambi per le necessità produttive di lungo periodo) Si dice che il secondo tipo nascesse dalla necessità di distinguere chiaramente i propri strumenti da quelli della E.L.A. (da qui le 2 A intagliate, prima era presente solo la A dell’intaglio piccolo che rimarrà immutato in tutta la produzione). Nei Premier e in quelli forniti ad altri esportatori si incontra sempre il primo tipo, indipendentemente dall’anno di produzione. I cambiamenti sono sull’intaglio piccolo in cui la A viene sostituita con il nome del modello (Premier) o con le iniziali dell’esportatore (MH Meiner Herold per i “3B”) oppure da una sorta di rombo (quest’ultimo lo ho visto attribuire più volte da venditori “poco accurati” a un ipotetica produzione di Zimmermann, che come abbiamo visto, aveva già abbandonato la produzione nel 1864….). Se si esamina bene il disegno, si nota che l’intaglio è in realtà lo stesso degli Arnold.

1° tipo (1911-?) 2° tipo (?-1939)

AA primo tipo

AA secondo tipo

Terzo tipo - “Premier”
(si noti la modifica dell’intaglio vicino ai bottoni con il nome del modello)

Terzo tipo bis – solitamente in modelli “non ufficiali” come i “Campo” e gli “America”
(si noti la modifica della A in una sorta di rombo nell’intaglio piccolo)

Quarto tipo “Alfa” postguerra 142 toni (circa 1945-50)
si noti anche il cambio del tipo delle lire.




Modello economico ad ancia singola per studenti.
Le lire suggeriscono la sua origine AA. Il traforo sulla cassa destra riprende quello delle concertine economiche e dei primi bandoneon ottocenteschi. Prodotti anche con dimensioni ridotte adatte ai bambini che iniziavano lo studio




“3B” Meiner Herold (fabbricazione AA)
Al posto della “A” nell’intaglio piccolo, il logo MH



Placche coprivalvola della produzione Alfred Arnold





Etichette e timbri interni
Spesso sulle tavole armoniche sono presenti timbri del fabbricante e timbri del laboratorio di accordatura, che aiutano a tracciare il “passato” dello strumento.

E.L.A.
Etichetta E.L.A.
solitamente sull’interno delle casse


Timbri solitamente presenti negli E.L.A. sulle tavole armoniche: a sinistra il timbro del “controllo
qualità” alla fine del processo di fabbricazione – a destra la data di completamento e a matita il
numero seriale del bandoneon - che si ritrova anche su altri componenti come i pettini delle ance -
segnato dall’operaio accordatore per non mescolare le componenti di vari strumenti in lavorazione..



Evoluzione cronologica del timbro AA presente (spesso) sulle soniere
circa 1920
circa 1920
fine decade 1920
1930/1939
1930/1939
Marchio a fuoco degli AA
postguerra
I timbri sulle soniere 
(a sinistra un modello dei primi anni’20 – a destra un modello degli anni ’30)

Marchi
Marchio verniciato in argento dei “Premier”
(sopra la valvola)
Marchio verniciato in argento degli “AA”
(sopra la valvola)
Etichetta AA e Premier (presente talvolta in strumenti della fine della decade del 1930)


Timbri degli accordatori



Le lire agli angoli delle casse
Altro elemento di aiuto a identificare il bandoneon.
Soggetto purtroppo a sostituzione, essendo uno dei punti più soggetti a usura e incidenti
La lira tipica degli E.L.A.

altri modelli ELA
E.L.A. n° 139xx
(anteriore al 1917)
E.L.A. n° 196xx e molti modelli
LuisXV (anni ’20)
E.L.A.”Germania”
La tipica lira degli AA
con le punte sporgenti.

altri modelli AA
Lira utilizzata da Arnold all'inizio della produzione e in seguito sui modelli “America” e “Campo”
“3B” produzione Arnold
AA postguerra



Produzione postbellica
Alfred Arnold 142 toni




Arno Arnold 142 toni




Elettra (Luis Mariani) 142 toni




MODELLI PARTICOLARI
“LUIS XV”
La denominazione (non ufficiale ma ormai d’uso comune) nasce dalla forma bombata delle casse. Sono i modelli “di lusso” sul finire dell’800 e l’inizio del ‘900, spesso con tastiera estesa a 152 toni e sempre riccammente decorati. Montano (quasi) sempre pettini in alluminio. Peso, dimensioni e soprattutto il timbro dell’alluminio, li rendono appetibili praticamente solo per il collezionista o l’antiquario. Furono prodotti sia dalla E.L.A. che dalla A.A.




CURIOSITA’
“Bandoneon trompeta”
Bandoneón fabricado dalla E.L.A. nel 1915, 132 toni con registri e “amplificazione” a cornetta.
Ricorda il “violin corneta” (Stroh violin, violinophone) suonato da Julio De Caro…

Tanzbar (bandoneon a rullo perforato)
Simile alla pianola meccanica, funziona tramite un rullo di carta perforata con avanzamento a molla. L’esecutore deve solo fornire la pressione dell’aria con il mantice.


Piano-bandoneon Alfred Arnold - unisonoro
Bandoneon unisonoro con bottoni bianchi e neri per distinguere le note naturali dalle alterazioni.
Prodotto in pochissimi esemplari intorno al 1935. 44/44 toni in 2° su piastre di alluminio.

AA 236 toni - bisonoro
estensione 7 ottave - piastre in allumino - n°103254 - 1937
Costruito su richiesta e progetto di Enrique Di Cicco “Minotto” (detto anche “Mano brava”).
Il progetto originale prevedeva 122 bottoni, ma furono ridotti a 118 (61/57) per insormontabili
difficoltà di costruzione.





Altri tipi di coprivalvola
Modello a 88 toni fine ‘800
Bandoneon senza “ochavas” (agoli smussati) circa 1890-1910
Luis XV di produzione E.L.A.
Probabile E.L.A. primi anni del 900
Vari modelli di coprivalvola “L. Mariani”